giovedì 9 agosto 2012

L'IMPROVVISAZIONE

Qui non parlo della improvvisazione eseguita su un tema preso dal Real Book. Parlo della improvvisazione totale, quell' "universo" che va oltre il tema e la sua improvvisazione, essa richiede uno studio attento delle possibilità musicali e tecniche. La sfida è duplice perchè da una parte il pubblico deve affidarsi totalmente e dall'altra il pianista/compositore deve combattere i rischi che l'improvvisazione comporta (il rischio di annoiare, la mancanza di idee etc etc) Lo studio nel caso mio, in qualità di improvvisatore, non consiste nello studio dei classici e neanche nella improvvisazione in quanto esercizio, perchè la composizione estemporanea richiede uno stato d'animo particolare. Certamente le capacità tecniche sono la "conditio sine qua non", inoltre nella improvvisazione è indispensabile avere una profonda conoscenza dell'armonia, è bene che anche nella esecuzione ci sia tale competenza ma non è indispensabile. Certamente la composizione estemporanea è rischiosa per il pubblico in quanto se non pronto al messaggio rischia di annoiarsi. Il pianista se si propone come improvvisatore in una performance di "solo piano", vuol dire che ne ha le capacità, il problema vero è la qualità del pianoforte che spesso è inadeguata e l'"ambient". Questi ultimi sono i fattori che influenzano in maniera notevole la performance pianistica. La mia esperienza in qualità di pianista improvvisatore, mi ha insegnato che la musica è un'erba spontanea non una pianta da giardino. E' anche vero che se la musica è un'erba spontanea, bisogna saperla riconoscere. Il livello di educazione alla musica in Italia rasenta il ridicolo. Le sale da concerto faticano a vedere i giovani, i programmi dei concerti sono ripetitivi e abusati. Una cultura musicale maggiore favorirebbe una vitalità musicale invece si preferisce appiattire tutto per dare spazio al prodotto industriale. Certo il fenomeno può essere combattuto ma è come spingere lungo una salita una grossa auto che non cammina. Bisognerebbe andare alle origini del fenomeno per capirne la soluzione. La superficialità con cui si affronta la musica è un aspetto della superficialità con la quale si affrontano praticamente tutti gli aspetti della vita sociale sia in relazione con il prossimo che in relazione con il proprio io. Esito finale, comunque, di tutte le ideologie moderne, comuniste o liberali, è stata la caduta di tutti gli ideali e di tutti i valori. In conclusione, a me pare che i nuovi filosofi della morale, asseriti critici del sistema,( per intenderci quelli che organizzano gli spettacoli nei teatri o gli eventi culturali nell'ambito dei comuni con il danaro pubblico) siano in realtà convenzionalisti ossia, in quanto uniformati alla linea dominante, riflettono l’idea di una morale e dell'arte come convenzione, come un insieme di regole e di norme giustificato in ragione della loro utilità per l’ordine sociale; il che sarebbe pur lodevole se non fosse per il fatto che tale ordine non sembrerebbe posto a difesa dei valori ma ha in se stesso il solo valore. Cosa ti aspetti dunque, da una società borghese viziata e benestante? l'immobilismo!, la cultura è scomoda. Per curare questo male non basta una compressa occorre espiantare una cultura ed impiantarne un'altra. ma ciò è difficile finchè c'è gente che ritiene di far spegnere l'incendio da chi lo ha acceso. Non so se ho parlato troppo o troppo poco, bene o male, dipende dai punti di vista. Io comunque continuo ad essere un pianista improvvisatore involontario, la mia musica, piaccia o meno è un'erba spontanea, antiborghese, non è la pianta da giardino creata dalla major discografiche, non è il pop di Allevi propagandato come "musica classica contemporanea" e cosi' via..... Non lo faccio per spirito di eroismo o per mettermi di traverso, ma soltanto perchè mi piace così. Anch'io negli scorsi anni interpretavo i classici, ma poi mi sono detto:" che senso ha sforzarsi ad interpretare Mozart o altri musicisti dei secoli passati avendo il cellulare in tasca e l'auto parcheggiata fuori ecc..ecc...."è giusto ed utile che comunque ciò si faccia per non dimenticare, per passione, per costruire le fondamenta, per la cultura. Attenzione dunque alla improvvisazione, quale scelta di vita....lo ritengo un cammino contro corrente del quale bisogna essere consapevoli. --------------------------------------------------------------------------------------- The IMPROVISATION Here I am not speaking of improvisation performed on a theme taken from the Real Book. I speak of total improvisation, that '"universe" that goes beyond the theme and its improvisation, it requires a careful study of musical possibilities and techniques. The challenge is twofold because on the one hand the public must rely totally on the other pianist / composer has to fight the risks that involves improvisation (the risk of boring you, the lack of ideas etc etc) The study in my case, in As an improviser, is not the study of the classics and even as an exercise in improvisation, because the extemporaneous composition requires a particular mood. Certainly the technical skills are the "conditio sine qua non" also in the improvisation is essential to have a deep knowledge of harmony, it is good that there is in the execution that competence but is not essential. Certainly the extemporaneous composition is risky for the public because if not ready message is likely to get bored. If the pianist is proposed as an improviser in a performance of "solo piano", it means that it has the skills, the real problem is the quality of the piano is often inadequate and the '"ambient". These are the factors that affect substantially to the piano performance. My experience as a pianist, improviser, he taught me that music is not a spontaneous herb garden plants. It 'also true that if the music is spontaneous grass, must know how to recognize. The level of musical education in Italy borders on the ridiculous. The concert halls are struggling to see the young, the concert programs are repetitive and abused. A musical culture would encourage greater musical vitality you prefer flatten everything to make way for new industrial products. Of course, the phenomenon can be fought but it is like pushing on a climb a big car that does not walk. You should go to the origins of the phenomenon in order to understand the solution. The superficiality with which it deals with the music is an aspect of superficiality with which you deal with virtually every aspect of social life is related to the next in relation to the self. Final outcome, however, of all modern ideologies, communist or liberal, has been the downfall of all ideals and all values. In conclusion, it seems to me that the new philosophers of morality, alleged critics of the system, (for instance those that organize shows in theaters or cultural events in the municipalities with public money) are actually conventionalists ie, as conformed to the dominant line, reflecting the idea of ​​art as a moral and convention, as a set of rules and standards are justified because of their usefulness to the social order, which would be laudable if it were not for the fact that this order does not seem to place the defense of values ​​but has in itself the only value. So what do you expect from a spoiled and wealthy bourgeois society? the inaction!, culture is uncomfortable. To cure this evil is not just a tablet should explant culture and impiantarne another. but this is difficult as long as there are people who think to put out the fire by those who went on. I do not know if I talked too much or too little, good or bad, depending on your point of view. I still continue to be a pianist improviser involuntary, my music, like it or not is an herb spontaneous, anti-bourgeois, not the garden plant created by the major record companies, not the pop Allevi touted as "contemporary classical music" and so 'on ..... I do not in the spirit of heroism or to put across, but only because I like it. I, too, in recent years I interpreted the classics, but then I said, "what sense does it make an effort to interpret Mozart and other musicians of the past centuries having the phone in your pocket and the car parked outside etc. .. etc. ...." is right and useful that this should be done, however, not to forget, to passion, to build the foundation for the culture. Attention, therefore, the improvisation, what choice of life .... I think it is a journey against the current of which to be aware.

5 commenti:

  1. Ciao Pino
    grazie per avermi dato del "sognatore" ma purtroppo per vari motivi potrò solo sognare. Il mio quesito è il seguente:
    considerato che il tuo stile di pianista è ormai strettamente legato ad un tipo di MODALE "GENETICO" ovvero ti permette di estrinsecarti nei vari tipi di modulazione dell'improvvisazione svincolandoti dai paradigmi jazzistici e classici, come può in questo caso funzionare l'interplay?
    Nicola

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    1. La stessa minestra si mangia sedendosi allo stesso tavolo. Prove musicali.....lettura di libri, ma non musicali, tutt'altro invece, visita ai musei...., tragedia greca....cultura in generale.

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  2. Ciao Pino,

    ho appena letto sul tuo blog l'articolo sull'improvvisazione totale. Concordo pienamente con quanto hai scritto anche nelle virgole. Mi piacerebbe evidenziarlo anche per i miei lettori. Ho contatti proficui con musicisti jazz americani (pianisti specializzati nell'improvvisazione totale) che non riescono a suonare in Italia per via di organizzatori poco propensi ad accettare i rischi di cui tu parlavi, mettendo in mostra la loro mediocrità umana e professionale!
    La storia insegna che questi uomini difficilmente saranno rimossi; speriamo che il nostro contributo "on line" (unificato con le voci di tanti altri che la pensano come noi) alla fine provochi quel cambiamento culturale desiderato. Si, perchè se penso all'evoluzione della musica contemporanea devo pensare che stavolta le rivoluzioni vengono portate a termine nello spazio di secoli e non più di decenni.

    Saluti,
    Ettore
    Percorsi Musicali

    P.S. Ti chiedo la cortesia di mandarmi una e-mail quando ti esibisci a Foggia o nei dintorni, poichè vorrei partecipare ad un tuo concerto.

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  3. Parole Sante caro Perna, solamente non prenderla troppo sul serio, le persone che sono troppo serie diventano rigide, tese, si abbrutiscono:-)

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  4. Credo che sia come lei dice, in effetti. Nulla va preso tropppo sul serio, il destino gioca le sue carte. Dal punto di vista musicale, per quel che mi riguarda non sono un professionista della musica, sono un dilettante.

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