mercoledì 23 ottobre 2013

APOLLINEO E DIONISIACO

La musica è solo la punta di un iceberg, il resto sta sotto ed è la mentalità. Da una nuova mentalità nasce una nuova musica. apollineo/dionisiaco Antitesi terminologica introdotta nel linguaggio filosofico da Nietzsche, che se ne servì in La nascita della tragedia (➔) (1872) per illustrare i due impulsi essenziali dai quali nacque la tragedia attica, «opera artistica altrettanto dionisiaca quanto apollinea». Lo spirito a. è ordine e armonia delle forme, mentre lo spirito d. è ebbrezza ed esaltazione entusiastica priva di forma: il primo domina l’arte plastica, il secondo pervade la musica. La straordinaria forza vitale della tragedia greca antica nacque, secondo Nietzsche, dal loro incontro: nelle tragedie di Eschilo e Sofocle sarebbe infatti avvenuto il miracolo dell’unione tra l’entusiastica accettazione della vita che si esprime nell’ebbrezza creativa e nella passione sensuale (elemento d.) e il tentativo di risolvere e superare il caos in forme limpide e armoniche (elemento a.). Ma il ‘miracolo’, secondo Nietzsche, ebbe vita breve: già a partire da Socrate prevalse nella cultura greca l’atteggiamento a., ossia l’incapacità di sostenere la tragica realtà della vita – con i suoi dolori, le sue assurdità, le sue insensatezze – e il desiderio di rappresentarsela come una vicenda ordinata, razionale, dotata di senso. La perdita dell’elemento d. è all’origine, secondo il filosofo tedesco, della decadenza del mondo occidentale, che trova espressione nell’allontanamento dai valori vitali (bellezza, salute, forza, potenza) e nella lunga serie di ‘menzogne’ (la più grande delle quali è Dio) con le quali gli uomini hanno ingannato sé stessi per secoli. La distinzione tra dionisiaco e apollineo è il tema centrale de "La nascita della tragedia", il primo libro pubblicato da Nietzsche nel 1872. In tale occasione egli utilizza questa coppia di opposti come criteri interpretativi dello spirito e dell'arte del mondo greco. Il dionisiaco deriva dalla forza vitale e dalla caoticità del divenire e si esprime nella creatività della musica. L'apollineo deriva invece da una fuga dall'imprevedibilità degli eventi e si esprime nell'armonia dell'arte plastica. Il loro rapporto corrisponde a quello esistente tra le dualità di caos e stasi, di istinto e ragione. Secondo N la tragedia greca nacque dallo spirito dionisiaco che tende a scorgere il dramma della vita, e poi decadde con il sopravvento dell'apollineo che, tentando di rendere accettabile la vita, trasformò il caos vitale in un mondo misurato e armonico. Solo nella fase intermedia, con l'armonizzazione dei due spiriti, la tragedia greca diede origine a veri capolavori. Ma, tale dualità assume nella filosofia di N una valenza ideologica: il dionisiaco corrisponde all'atteggiamento di accettazione totale ed entusiastica del mondo e di tutti gli aspetti della vita nella totalità della loro potenza che porta al passaggio dall'uomo al superuomo; l'apollineo invece è la rinuncia e la fuga dalla vita che mortifica l'energia vitale ed è indegna dell'uomo. N sceglie l'atteggiamento dionisiaco verso la vita. Da qui la critica all'atteggiamento rinunciatario della morale tradizionale e dell'ascetismo schopenhaueriano. L'arte nasce dal contatto di due entità antitetiche, apollineo e dionisiaco. In musica l'apollineo esprime il concetto formale di pattern ritmico, di sequenza armonica tonale prevedibile con risoluzione sulla tonalità, il dionisiaco esprime la libertà ritmica e una sequenza armonica imprevedibile........oppure schemi armonici di pubblico dominio e schemi armonici liberi da qualsiasi gabbia. L'Armonia Modale ci spinge verso tonalità e ritmiche fluttuanti, più elusive, verso il corpo incompleto della performance armonica e ritmica con il conseguente indebolimento della orchestrazione finita del tempo e dell'essere.