lunedì 10 giugno 2019

INTRODUZIONE AL TESTO "ARMONIA FUNZIONALE" di G. Perna


 

 

                                                                 INTRODUZIONE

 

  Questa opera nasce con l'intento di dare un contributo alla conoscenza della Armonia Modale.                                                                                                                                                                                          
Le informazioni in essa contenute non sono propedeutiche ma dedicate a musicisti che già hanno familiarità con il jazz tonale, la musica d’arte e con il tonalismo in generale. L’ opera è destinata a musicisti che sentano la necessità di suonare senza modelli imitativi e che abbiano dentro il loro animo qualcosa da volere esprimere.  A mio parere le conoscenze propedeutiche alle quali accennavo sono indispensabili e costituiscono il presupposto fondamentale per l'ulteriore studio esposto in questa opera. Quanto è contenuto in questa opera è volutamente sintetico perché ho ritenuto inutile dilungarmi su questioni che dovrebbero essere già acquisite.

Il jazz modale ed il modalismo in generale richiedono un nuovo modo di pensare. La musica tonale corre lungo i suoi binari prefissati e prevedibili, quella modale è generatrice di una grande libertà espressiva in quanto non si basa tanto sulla melodia quanto sui colori modali.
La musica modale, per le potenzialità espressive che consente, deve essere interpretata ed adeguata al proprio carattere musicale, alle proprie radici culturali, alla propria storia.

 E' necessario approcciare questo testo con un atteggiamento propositivo ed emotivamente ricettivo, guardandosi dentro per estrapolare i concetti ed esprimere se stessi. Sono convinto che i modelli americani ed anche molta musica colta ci abbiano insegnato molto ma ci hanno anche influenzato troppo. Ogni musicista dovrebbe fare uno sforzo per riscoprire ciò che gli appartiene. Parlando ad esempio dei popoli del bacino del mediterraneo, l’intima radice culturale, antropologica e storica non è la musica nero-americana bensì la cultura del mondo arabo di cui i Paesi del Mediterraneo, in particolare l'Italia meridionale, sono intrisi. Ognuno deve riscoprire la propria radice.

  Al musicista che voglia evolversi non servono i pattern o lo pseudo-jazz propinato dai mezzi di comunicazione di massa, non servono le scale aggiustate da uno scaltro tonalismo occidentale.                             
  Il Modalismo è tutt'altro che un processo storicamente concluso ed archiviato.
 

Il jazzista e l’interprete di musica colta attraversano in genere tre fasi (cfr A. Profeta, "Sud", in Parole e musica - idee jazz dal sud italiano, ed. Orsaramusica):

1- All'inizio comincia a suonare sulla base di modelli di cui tenta una imitazione.
2- In una fase successiva è in parte consapevole di avere un proprio mondo espressivo.                 
3- In una terza fase il musicista si rende conto di possedere dentro di se un personale linguaggio.
Proprio a livello della seconda e soprattutto della terza fase, intende intervenire il presente contributo. Il suo scopo è quello di fornire la mentalità e le conoscenze armoniche che consentano al Musicista una posizione espressiva autonoma e personale della propria musicalità.
Come è evidente, questa opera  è un punto di arrivo per chi ha saturato l’Armonia tonale ed un punto di partenza per il musicista che voglia dedicarsi alla Armonia modale.
     La mia aspettativa è che, con lo studio sereno e senza pregiudizi di questo testo,  anche il semplice appassionato potrà rendersi finalmente consapevole dei reali meccanismi che  sono   alla  base  di  quel  fenomeno  meraviglioso  ed  entusiasmante  che chiamiamo  Musica” e che - a torto - è stato per troppo tempo recluso nei limiti di un “Turn Around”.

ANCHE SE LA MUSICA E' FATTA DI ISTINTUALITA' E DI EMOZIONI, LO STUDIO DELL'ARMONIA MODALE E' FATTO DI NOZIONI CHE COMUNQUE BISOGNA CONOSCERE MA GLI ASPETTI PIU' COMPLESSI DI QUESTO STUDIO NON SONO LA MEMORIZZAZIONE E L'ASSIMILAZIONE DI NOZIONI TECNICHE MA IL SUPERAMENTO, PER CHI E’ INTERESSATO ALLA ARMONIA MODALE, DEI MODELLI TONALI.

Per quanto riguarda l’Armonia tonale c‘è una gran quantità di testi, quasi tutti di buon livello, molti di essi in lingua inglese. Nel campo della Armonia modale la letteratura è meno abbondante ed i pochi testi di buon livello sono scritti in lingua inglese e sono quindi impegnativi da studiare per chi ha problemi in tal senso.

 In questo testo mi sforzerò di trasmettervi le mie conoscenze che sono il frutto dei miei studi, della mia esperienza e della mia sensibilità.

 La maggiore difficoltà, a mio parere, non è tanto in funzione dello studio in senso didattico o della esercitazione al pianoforte ma piuttosto per convertire al pensiero modale una mentalità formatasi con gli studi classici, per mettere da parte il tonalismo dirompente della musica pop proposto dai media, per isolare l’influenza tonalistica afroamericana soprattutto di carattere jazzistico.

La formazione di una mentalità modale presuppone prima di tutto la cancellazione o quasi della mentalità tonale e successivamente la costruzione del pensiero modale.

 Per entrare nella Armonia modale non è sufficiente imparare le scale modali, è come dire che per parlare basta imparare l’alfabeto. Le scale modali sono i mattoni sui quali poi si costruisce il pensiero modale, per costruire tale pensiero non occorre esclusivamente studiare scale, accordi, eccetera, che comunque bisogna conoscere, occorre piuttosto ascoltare musica modale scegliendone la tipologia sulla base del gusto personale all’inizio per poi crearsi una propria identità, occorre entrare nella cultura che ha generato la musica modale ad esempio leggendo qualche testo di Pierpaolo De Giorgi, canti gregoriani, Music of the Sayyids and the Dervishes (Gurdjieff – De Hartmann), studi sulla cultura del periodo apollineo e dionisiaco della civiltà greca antica, visitare musei, zone archeologiche, solo per fare degli esempi.

“Non puoi risolvere un problema con lo stesso pensiero che hai usato per crearlo” (A. Einstein).

 L’Armonia tonale dispone di livelli gerarchici che dispongono i giri armonici in maniera obbligata, consente per questo motivo una libertà limitata al musicista tonale, inoltre in essa è la melodia che assume una importanza fondamentale. In Armonia modale la melodia non ha tanta importanza, è possibile che essa compaia nel corso della composizione anche più volte in forma di ritornello rivisto da diverse angolazioni ma poi lascia libero spazio al sapore del Modo, a me è capitato anche di comporre senza linea melodica intesa come ritornello.

 In Armonia modale la cosa più importante è esprimersi utilizzando il Modo che è il centro di tutto, esso rappresenta per il musicista la materializzazione acustica di una sensazione, di un sentimento. Anche in Armonia modale esistono delle regole armoniche come in Armonia tonale, ma non sono tanto stringenti e tanto obbligate, per cui essa consente al musicista una maggiore libertà espressiva. Sono convinto del fatto che, come già accennato,  molti musicisti attraversano tre fasi nella propria formazione. In una prima fase eseguono ed interpretano nel caso della musica d’arte oppure nel caso dei jazzisti imitano servendosi di modelli, in una seconda fase si rendono conto di possedere potenzialità espressive autonome ma hanno delle difficoltà a realizzarle, in una terza fase le realizzano. Ritengo che lo studio della Armonia modale debba intervenire nella seconda fase per dare al musicista i mezzi tecnici per costruire i suo linguaggio espressivo. E’ evidente che lo stesso percorso creativo può essere realizzato nel campo della Armonia tonale, ma il mio parere è che l’armonia modale consente maggiore libertà espressiva e comunque una libertà espressiva diversa.

Bisogna però avere qualcosa da dire altrimenti si rimane nella fase imitativa oppure interpretativo/esecutiva e si può diventare anche molto bravi in tale fase e la cosa è anche molto impegnativa; la storia ci ha insegnato comunque che rimane chi ha qualcosa da dire e da dare, chi lancia un messaggio interessante e diverso da quelli già esistenti.

Il progetto che seguirò sarà quello di trattare la “Verticalizzazione della Armonia Tonale” che ci permette di smussare la ovvietà e ripetitività dei giri armonici della armonia tonale, per poi passare alla Armonia Modale e successivamente alla Armonia Modale/cromatica e Cromatica.

Prima di entrare nel mondo della Armonia modale nel capitolo “Generalità propedeutiche alla Armonia modale” approfondirò argomenti che ritengo indispensabili per il successivo studio. Tratterò anche i Modi orientali, i Modi trasposizione limitata. Sarà poi trattata la Bimodalità, la Trimodalità, cioè Modi diversi che suonano simultaneamente e l’Armonia quartale. Nel corso dello studio dell’opera il lettore avrà a disposizione la mia discografia, le composizioni sono create ed eseguite da me in “solo piano”, essa costituirà un elemento indispensabile di studio nel senso che va considerata come parte integrante di questo libro. Questo materiale musicale a mio avviso è di grande importanza per entrare nel pensiero modale e nel sound modale.  E’ necessario comunque che vi armiate di pazienza perché il vostro approccio alla composizione ed alla improvvisazione sarà d’ora in poi molto diverso. Tutto ciò che dico è valido per ogni stile musicale: L’Armonia modale parte da un concetto come l’Armonia tonale e come quest’ultima può essere adoperata in musica classica, jazz, musica pop, etnica, ottenendo risultati interessanti. Comporrete ed improvviserete nello stile che maggiormente vi piace,  personalmente lo faccio in uno stile classico avanguardista.