domenica 31 luglio 2011

COME VIVO SPIRITUALMENTE ALCUNE FORME DI JAZZ AFRO-AMERICANE PER LA MAGGIORE ANCORA RADICATE NEL MONDO OCCIDENTALE?

QUESTA è LA DOMANDA RIVOLTAMI DA UN LETTORE DEL BLOG.

Credo che lei, gentile lettore abbia centrato il problema affermando" ancora radicate nel mondo occidentale".
Si perchè ritengo che la cultura musicale di estrazione afro-americana sia stata un pò imposta dalle nostre parti a partire dal periodo del dopoguerra con la venuta degli americani e tuttora anche se diluitasi persiste come residuo culturale, infatti l'europa ha sviluppato delle forme jazzistiche autonome.
Personalmente ritengo che la musica jazz afroamericana, a prescindere se piaccia o meno perchè è una questione soggettiva, non ci appartenga affatto se non come cultura sovrapposta.
Sono convinto che i modelli americani ci abbiano insegnato molto a livello jazzistico ma ci hanno anche influenzato troppo. Noi Italiani ed Europei dobbiamo riscoprire ciò che è nostro. La Casa Bianca dista 8000 km, le torri saracene sono a 30 km da casa mia.Non ho mai visto un campo di cotone. Ho visto invece le rovine della antica grecia in Puglia a due passi da casa mia. Non per niente mi sono dedicato alla musica modale. Durante il periodo apollineo della antica grecia la scala musicale in uso era la dorian, durante il periodo dionisiaco era la phrygian. La nostra intima radice culturale, antropologica e storica si identifica musicalmente non con con la musica nero americana bensì con la cultura del mondo arabo di cui i Paesi del Mediterraneo sono intrisi. è questa la radice che dobbiamo riscoprire, probabilmente prelevandola dal nostro inconscio dopo aver resettato quella afro-americana. Al musicista che voglia evolversi non servono i pattern o lo pseudo jazz propinati dai mezzi di comunicazione di massa, non servono le scale aggiustate da uno scaltro tonalismo occidentale contaminato e razionalizzante. La musica delle nostre radici ha un impianto modale e risiede certamente nella nostra memoria genetica. Il modalismo è tutt'altro che un processo storicamente concluso ed archiviato. Quello che stiamo vivendo è il periodo Ionico. Infatti noi poniamo al centro della organizzazione tonale la scala ionica che ha due toniche e tutta l'armonia è contenuta fra queste due toniche e secondo me è banale, prevedibile e scontata. Io ritengo che l'Armonia meriti di più: ponendo al centro della organizzazione tonale la scala Lydia che ha una sola tonica l'Armonia diventa illimitata e non costretta in una gabbia tonale. E' chiaro che le sequenze logiche che creano le connessioni accordali sono diverse nella musica modale rispetto a quella tonale, sono altri meccaniscmi molto più affascinanti e coinvolgenti. La tonalità non è più scontata come nel tonalismo, è eterea ma è lì, più forte, più granitica che nella concezione tonale.
"QUANDO I MODI DELLA MUSICA CAMBIANO. LE MURA DELLE CITTà CROLLANO (Platone).

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