venerdì 7 giugno 2019

LA MODULAZIONE


 

LA MODULAZIONE
dal testo "Armonia Funzionale" di G. Perna



Ho deciso di trattare questo argomento per motivi didattici perché in seguito ci saranno riferimenti alla “Modulazione”. Sull’argomento esistono diversi pareri. Tratterò l’argomento privilegiando il mio punto di vista in funzione degli obiettivi di questo testo.

La Modulazione è uno dei vari metodi che servono per destare interesse in una composizione oppure durante una improvvisazione. La modulazione è il passare ad una altra tonalità, qualsiasi tonalità. Il modulare è una scelta del compositore e la tonalità scelta è in rapporto con il pensiero del compositore, non c'è alcuna regola, se non quella istintiva e creativa, che mette in relazione la tonalità di partenza con quella modulante.

 Nell'ambito della improvvisazione e della composizione avanzata esistono dei concetti, non condivisi da tutti; ad esempio se sostituisco un II-V con altro II-V, l'orecchio dell'ascoltatore non percepisce la differenza, ciò non significa che dobbiamo farne una regola, sarebbe inutile, significa invece che il significato funzionale di una progressione possiede oggigiorno una importanza maggiore di quella che gli veniva attribuita qualche decennio fa. Certamente la Modulazione nel suo insieme non è una funzione armonica particolare infatti dal punto di vista dei suoi costituenti spesso trattasi di un II-V oppure II-V-I che ha la medesima funzione dei II-V e II-V-I non modulanti oppure di una sequenza armonica tonale fondamentalmente basata sul II-V-I. Lo scopo della Modulazione secondo me e secondo molti studiosi di armonia è quella di destare interesse nel musicista o nell'ascoltatore, mediante un temporaneo allontanamento dalla tonalità di base per poi tornare ad essa oppure chiudere la composizione nella tonalità modulante; è uno dei tanti metodi che ci consentono di seguire con interesse una composizione.

Ho letto ed ascoltato tanti pareri...... le dominanti secondarie sono delle modulazioni passeggere..... le progressioni armoniche sono accordi in una sequenza armonica che possono appartenere alla stessa tonalità o a tonalità diverse. ....nel primo caso la progressione non modula, nel secondo modula. ....la modulazione può o meno tornare alla tonalità originale. ...le sostituzioni sono modulazioni temporanee,..... le alterazioni degli accordi non sono modulazioni......la tonicizzazione……e tante altre cose. Alcuni dicono che la Modulazione non esiste se è passeggera, chi dice il contrario, definendola “Modulazione breve”, chi dice che le dominanti secondarie non sono modulazioni, chi dice di si, chi dice che le sostituzioni sono modulazioni, chi dice no........!.........!... Il mio personale parere, nell'intenzione di dare una spiegazione funzionale, in accordo con gli obiettivi di questa opera, è che una modulazione esiste, a prescindere dal fatto che sia breve o meno, nel momento in cui c'è un cambio di tonalità strutturale e cioè quando compare un II-V-I che si trova in altra tonalità e cioè la triade di tonica è diversa dalla triade di tonica della tonalità iniziale della composizione. Non è necessario che l'I venga suonato, la tonalità è determinata dal tritono del V. Non ritengo quindi che la sostituzione del V sia modulante perché la triade terminale e cioè l'I è la stessa. Le dominanti secondarie non le considero modulanti in quanto risolvono su una triade che fa parte della scala della tonalità di base. Non è modulante l’interscambio modale de-tonalizzante, del quale tratterò in seguito, perché la risoluzione del percorso armonico comunque avviene su una triade che fa parte della tonalità di base.

In tema di Modulazione, secondo me, l'aspetto più importante è quello di NON considerare modulanti tutte le sequenze accordali che escono dalla tonalità di base e che facciano parte di un sistema funzionale, ciclico o non ciclico, che converge e raggiunge la triade di tonica della tonalità della composizione.

Mi spiego meglio con degli esempi. La sequenza accordale non ciclica in figura 2/1 CONVERGE verso la triade di tonica (D/F#/A) e la RAGGIUNGE, quindi non è modulante, i Coltrane changes non sono modulanti in quanto i centri tonali viaggiano CICLICAMENTE per terze maggiori per ritornare sulla triade di tonica della tonalità di partenza: C-Ab-E-C. Lo stesso discorso vale per lo spostamento dei centri tonali per terze minori:C/A/Gb/Eb. Non è modulante la convergenza ciclica per quinte dell’anatole.

I sistemi funzionali convergenti e quelli ciclici sono delle varianti tonali il cui andamento è

-           PREVEDIBILE nel senso che ha una direzione ben precisa, cioè l'andamento cadenziale verso la triade di tonica di riferimento della composizione altrimenti definita tonalità.

-           CONDIZIONATO dalla attrazione verso la tonalità di base.

 La Modulazione, deve permettere di uscire totalmente dalla tonalità di impianto della composizione e quindi per soddisfare questo requisito deve essere

-           IMPREVEDIBILE, le sequenze armoniche finalisticamene orientate che abbiano carattere ciclico (Coltrane changes, anatole) o non ciclico (Night and Day, turn arounds) sono prevedibili perché si conosce in anticipo la loro destinazione sulla triade di tonica.

Nei sistemi  ciclici o non ciclici ma comunque convergenti la direzione quindi è obbligata. Questo toglie significato funzionale al concetto ed alla realizzazione della "Modulazione".

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