LA MODULAZIONE
dal testo "Armonia Funzionale" di G. Perna
dal testo "Armonia Funzionale" di G. Perna
Ho
deciso di trattare questo argomento per motivi didattici perché in seguito ci
saranno riferimenti alla “Modulazione”. Sull’argomento esistono diversi pareri.
Tratterò l’argomento privilegiando il mio punto di vista in funzione degli
obiettivi di questo testo.
La
Modulazione è uno dei vari metodi che servono per destare interesse in una composizione oppure durante una
improvvisazione. La modulazione è il passare ad una altra tonalità,
qualsiasi tonalità. Il modulare è una scelta del compositore e la tonalità
scelta è in rapporto con il pensiero del compositore, non c'è alcuna regola, se
non quella istintiva e creativa, che mette in relazione la tonalità di partenza
con quella modulante.
Nell'ambito della improvvisazione e della
composizione avanzata esistono dei concetti, non condivisi da tutti; ad esempio
se sostituisco un II-V con altro II-V, l'orecchio dell'ascoltatore non
percepisce la differenza, ciò non significa che dobbiamo farne una regola,
sarebbe inutile, significa invece che il significato funzionale di una
progressione possiede oggigiorno una importanza maggiore di quella che gli
veniva attribuita qualche decennio fa. Certamente la Modulazione nel suo
insieme non è una funzione armonica particolare infatti dal punto di vista dei
suoi costituenti spesso trattasi di un II-V oppure II-V-I che ha la medesima
funzione dei II-V e II-V-I non modulanti oppure di una sequenza armonica tonale
fondamentalmente basata sul II-V-I. Lo scopo della Modulazione secondo me e
secondo molti studiosi di armonia è quella di destare interesse nel musicista o
nell'ascoltatore, mediante un temporaneo allontanamento dalla tonalità di base
per poi tornare ad essa oppure chiudere la composizione nella tonalità
modulante; è uno dei tanti metodi che ci consentono di seguire con interesse
una composizione.
Ho
letto ed ascoltato tanti pareri...... le dominanti secondarie sono delle
modulazioni passeggere..... le progressioni armoniche sono accordi in una
sequenza armonica che possono appartenere alla stessa tonalità o a tonalità
diverse. ....nel primo caso la progressione non modula, nel secondo modula.
....la modulazione può o meno tornare alla tonalità originale. ...le
sostituzioni sono modulazioni temporanee,..... le alterazioni degli accordi non
sono modulazioni......la tonicizzazione……e tante altre cose. Alcuni dicono che
la Modulazione non esiste se è passeggera, chi dice il contrario, definendola
“Modulazione breve”, chi dice che le dominanti secondarie non sono modulazioni,
chi dice di si, chi dice che le sostituzioni sono modulazioni, chi dice
no........!.........!... Il mio personale parere, nell'intenzione di dare una
spiegazione funzionale, in accordo con gli obiettivi di questa opera, è che una
modulazione esiste, a prescindere dal fatto che sia breve o meno, nel momento
in cui c'è un cambio di tonalità strutturale e cioè quando compare un II-V-I
che si trova in altra tonalità e cioè la triade di tonica è diversa dalla
triade di tonica della tonalità iniziale della composizione. Non è necessario
che l'I venga suonato, la tonalità è determinata dal tritono del V. Non ritengo
quindi che la sostituzione del V sia modulante perché la triade terminale e
cioè l'I è la stessa. Le dominanti secondarie non le considero modulanti in
quanto risolvono su una triade che fa parte della scala della tonalità di base.
Non è modulante l’interscambio modale de-tonalizzante, del quale tratterò in
seguito, perché la risoluzione del percorso armonico comunque avviene su una
triade che fa parte della tonalità di base.
In
tema di Modulazione, secondo me, l'aspetto più importante è quello di NON
considerare modulanti tutte le sequenze accordali che escono dalla tonalità di
base e che facciano parte di un sistema funzionale, ciclico o non ciclico, che
converge e raggiunge la triade di tonica della tonalità della composizione.
Mi
spiego meglio con degli esempi. La sequenza accordale non ciclica in figura 2/1
CONVERGE verso la triade di tonica (D/F#/A) e la RAGGIUNGE, quindi non è
modulante, i Coltrane changes non sono modulanti in quanto i centri tonali
viaggiano CICLICAMENTE per terze maggiori per ritornare sulla triade di tonica
della tonalità di partenza: C-Ab-E-C. Lo stesso discorso vale per lo
spostamento dei centri tonali per terze minori:C/A/Gb/Eb. Non è modulante la
convergenza ciclica per quinte dell’anatole.
I
sistemi funzionali convergenti e quelli ciclici sono delle varianti tonali il
cui andamento è
- PREVEDIBILE nel senso che ha una
direzione ben precisa, cioè l'andamento cadenziale verso la triade di tonica di
riferimento della composizione altrimenti definita tonalità.
- CONDIZIONATO dalla attrazione verso
la tonalità di base.
La Modulazione, deve permettere di uscire totalmente dalla tonalità di impianto
della composizione e quindi per soddisfare questo requisito deve essere
- IMPREVEDIBILE, le sequenze armoniche
finalisticamene orientate che abbiano carattere ciclico (Coltrane changes,
anatole) o non ciclico (Night and Day, turn arounds) sono prevedibili perché si
conosce in anticipo la loro destinazione sulla triade di tonica.
Nei
sistemi ciclici o non ciclici ma comunque
convergenti la direzione quindi è obbligata. Questo toglie significato
funzionale al concetto ed alla realizzazione della "Modulazione".
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