II-V-I MODALE O TONALE ?
Prendiamo come esempio il II-V-I: D- GVII C
Si tratta di un giro armonico tipico della armonia tonale ma
esso può anche rientrare nella armonia modale. In effetti la cadenza della
dominante primaria sulla triade di tonica, nel nostro caso GVII-C identifica
indiscutibilmente un contesto tonale perché è la triade di tonica che definisce la tonalità del brano.
Ma cosa succede se lo stesso giro armonico D- GVII C
non risolve sulla triade di tonica? La risposta è che ci troviamo in un
contesto modale.
Se il giro armonico scelto viene estratto dalla scala C
ionian ci troviamo in un “Concetto ionico della organizzazione tonale” e quindi
il quinto grado di tale scala: GVII, risolve sul primo grado della stessa scala: Cmaj, ovvero triade di tonica e quindi
tonalità Cmaj.
Se invece entriamo nel “Concetto lydio della organizzazione
tonale”, la scala di riferimento dalla quale estraiamo il giro armonico D- GVII
C è la scala F lydian, abbiamo
cioè un VI II V, gli accordi sono sempre gli stessi ma il GVII non risolve sulla triade di tonica
bensì sulla triade di C che è posta sul V grado. La conseguenza di tutto
ciò è che il giro armonico D- GVII—C non
identifica più una tonalità perché in questo caso la tonalità è F.
E’ molto importante inoltre sapere che in un contesto tonale
tutto ciò che precede e segue il giro D-
GVII C segue le regole della
gerarchia tonale invece in un contesto modale tutto ciò che precede e segue lo
stesso giro armonico è completamente diverso dal punto di vista armonico perché
segue le regole della armonia modale.
Credo di poter affermare, per finire, che non è tanto il
giro armonico che determina l’attribuzione di tonale o modale ma il modo in cui
esso è concepito.
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