I MODI
- tratto dal libro "ARMONIA FUNZIONALE" -
Avete
letto bene, ho scritto “MODI” non ho scritto “SCALE MODALI”.
I
“Modi diatonici Non Alterati ” sono la struttura di base della composizione
modale.
Essi
possono essere alterati ed in tal caso il loro utilizzo è relativo alla
necessità di creare tensione o alla volontà di modificare il colore del Modo,
soprattutto nel caso di una composizione nella quale utilizziamo un solo Modo
oppure pochi Modi.
In
ogni caso il loro utilizzo non è predominante ma localizzato o meglio
ALTERNATO all’utilizzo dei “Modi diatonici non Alterati”.
Nelle
composizioni tonali dei diversi generi musicali, jazz, classica, pop troviamo
dei generi accordali ricorrenti, essi sono articolati tra di loro secondo le
regole e la gerarchia della Armonia tonale, ogni accordo ha una funzione
specifica ed è parte di una sequenza accordale che soltanto se presa nel suo
insieme ha un significato, gli accordi di tale sequenza sono come gli elementi
di un mosaico, presi da soli non hanno significato armonico. In Armonia modale
il MODO, con la linea melodica che nasce da esso e i suoi accordi, può esistere
anche da solo, ha vita autonoma, può anche non esistere la linea melodica, non
è indispensabile, quando c’è è più che altro un ritornello nel vero senso del
termine, qualcosa che di tanto in tanto ritorna nel corso della composizione e
che comunque viene espresso in maniera diversa.
L’Armonia
modale si esprime con il Modo, visto come un ambiente armonico autonomo e
completo, non esistono accordi preparatori ad altri accordi, non esistono
cadenze, così come vengono concepiti nel tonalismo.
Il
D- nel II-V-I è spesso definito erroneamente D Dorian, in effetti lo è soltanto per quanto riguarda lo spelling
della scala quindi è esatto parlare di scala Dorian non di Modo Dorian, la sua
funzione è il II nel giro armonico tonale II-V-I.
Il Modo Dorian non è assolutamente soltanto
una scala, è un ambiente armonico ed espressivo, è un insieme funzionale
autonomo non un accordo oppure una scala in un giro armonico. La ricorrente superficialità con cui molti
testi trattano l’Armonia modale ha favorito la diffusione del concetto che per
praticare l’Armonia modale sia sufficiente conoscere le scale modali. Questo
concetto è errato, nel momento in cui ci dedichiamo alla Armonia modale, le
scale modali bisogna vederle solo come l’alfabeto, non basta conoscere le
vocali e le consonanti per parlare, occorre conoscere una lingua e inoltre
soprattutto occorre avere un contenuto mentale da esprimere, il linguaggio
modale usa le scale modali per creare il Modo, ma bisogna conoscere il pensiero
modale per adoperare appropriatamente il Modo con il fine di potersi esprimere.
In Armonia tonale possiamo introdurre l’uso di
qualche concetto che abbia a che fare con i Modi, tipo l’interscambio modale,
ma più che altro tale pratica è legata alla sostituzione di una scala modale
con un’altra scala modale. Il nome Dorian oppure Mixolydian o altro dato, in
Armonia tonale, ad una scala è in rapporto
esclusivamente con lo spelling di tale scala.
Il
Modo Dorian oppure Phrygian o altro Modo è molto di più di una scala è un modo
di essere, un carattere emotivo, uno stile, un mondo armonico, un sistema armonico autosufficiente
che và molto oltre lo spelling di una scala modale che da sola non è un sistema armonico autosufficiente.
“La
scala modale sta al Modo come la fotografia bidimensionale sta alla realtà
tridimensionale”.
Un
Modo non è né maggiore né minore, è se stesso e niente altro, spesso si afferma
che i Modi Aeolian, Dorian, Phrygian sono Modi minori perché hanno la terza
bemolle in scala, invece il Lydian e il Mixolydian e Ionian sono Modi maggiori
perché hanno la terza maggiore in scala, niente vero un Modo non è né maggiore
né minore, è se stesso, questa definizione di maggiore o minore è il frutto di
una trasposizione nel Modo della mentalità razional-tonalistica occidentale. La
consapevolezza di questo discorso è importante perché cambia l’approccio al
Modo, se concettualizziamo il Modo nell’ambito di una mentalità tonalistica non
approdiamo a nulla, è importante concettualizzare il Modo al di fuori della
mentalità tonalistica. Se decidiamo di creare una composizione dal carattere
triste, meditativo adoperiamo il Modo Dorian, se decidiamo di creare una
composizione che esprima un intenso sentimento di passione adoperiamo il Modo
Aeolian. La definizione di minore data ad un Modo soltanto in rapporto con il
fatto che possiede la terza minore, è superficiale, inadeguata a ciò che realmente
esprimono i Modi.