sabato 15 giugno 2013

DIFFERENZA TRA ACCORDO TONALE ED ACCORDO MODALE

La differenza non sta nell'accordo in se ma nel modo in cui viene concepito ed adoperato. Ad esempio prendiamo un D-7, nella scala ionian abbiamo il II-V-I e cioè D-7/G7/C ove C è la stazione tonica terminale e D-7 ha il ruolo di II nel giro armonico II-V-I, in altri termini semplicemente un accordo di passaggio in un giro armonico. Da ciò ne consegue che tutta l'armonia che scaturisce da una organizzazione tonale ionica, per l'esistenza del II-V-I e di una stazione tonica in cui converge tutto, è cadenziale e finalizzante, racchiusa fra le due toniche della scala ionica. Nella scala lydia non abbiamo un II-V-I e quindi il D-7 (sesto grado della scala di F lydian) non è un accordo di passaggio, non fa parte di un giro armonico cadenziale e convergente verso l' I, possiede quindi una sua autonomia in senso tonale o più ampiamente in senso armonico, non dipende dall'accordo precedente nè è evocatore dell'accordo futuro, è la liberazione dalla "gabbia tonale". Tutta l'armonia che scaturisce da una organizzazione lydia, per l'assenza del II -V-I e di una stazione tonica in cui converge tutto, non è cadenziale, verticalizza e non è racchiusa fra due toniche perché la scala lydia genitrice primaria possiede una sola tonica.

3 commenti:

  1. ma se è modale come è possibile parlare di tonica? Così I diventa tonalità d'impianto. Parlando di modale, non si dovrebbe avvertire (enfatizzare) la cadenza (tensione) che riporta alla tonica

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    1. La scala ionica possiede due toniche ad esempio nella scala C ionian le due toniche sono C ed F, infatti gli intervalli di tale scala sono CD,CE,CF,CG,CA,CB. nell'intervallo CF la tonica è F perchè la tonica di un intervallo di quarta giusta è la nota superiore, negli altri intervalli la tonica è C. Nella scala lydia invece per tutti gli intervalli abbiamo una sola tonica che è C. L'armonia di una organizzazione tonale basata sulla scala ionian scaturisce dalla tensione fra le due toniche e per la loro stessa esistenza è un a armonia autolimitante. L'armonia che scaturisce ponendo al centro della organizzazione tonale una scala lydia non è autolimitante perchè tale scala 'possiede una sola tonica, cio permette una verticalizzazione ed una cromatizzazione spontanee.

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  2. Parlando di "MODI" in senso stretto in effetti il Modo è autosufficiente è un sistema armonico autonomo nel quale le cadenze non esistono e anche la prima nota del Modo non è considerata una tonica ma semplicemente una nota la cui dignità armonica non è superiore alla altre note del Modo. Infatti nel mio testo "ARMONIA FUNZIONALE" nell'elencare le note del Modo ho sottolineato questo concetto facendo capire al lettore che la scalarità delle note è solo un fatto convenzionale, in realtà quando parlo ad es. di Modo C Mixolydian posso elencare le note anche in maniera sparsa e cioè: C,Bb,A,E ecc.: Quando parlo invece di scala mixolydian allora devo dire C,D,E.F,G,A,Bb. Qeto concetto è molto importante perchè se si rimane concettualmente legati alla scalarità delle note automaticamente si costruiscono gli accordi di tipo terziale di tipo tonale e inevitabilmente si ricade ne concetto II-V-I. Se si riesce ad uscire mentalmente dalla scalarità allora si considera il Modo nella sua vera dimensione e cioè un insieme di note che costituiscono il Modo che a questo punto viene rivisto e considerato come una entità armonica autosufficiente.

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